Blog | 10 Marzo 2015 | Fabio Ciarla
Il successo del Vinitaly passa, forse, per una piccola donna e un grande uomo
Diciamolo, a primo acchitto Stevie Kim non risulta simpatica. Anche il suo essere parte del sistema Veronafiere, che per alcuni anni non è sembrato accogliente verso le novità che il sottoscritto e molti altri più meritevolmente di me rappresentavano, non ha certo aiutato. Parlo di nuove tecnologie e aria fresca, due cose che a Verona purtroppo non sembravano di casa. Mettici poi l’idea che Vinitaly sia la fiera dei vini industriali mentre i vini “veri” sono altrove ed ecco che gli ingredienti per guardare storto questa piccola donna c’erano tutti.
Anzi no, ne manca uno, la puzza sotto il naso di chi tra sé e sé ha pensato: “Questa viene dall’altra parte del mondo, non ne saprà mai abbastanza del vino italiano”.
Ebbene dopo alcuni anni di poca simpatia e diffidenza eccomi qui a fare il mio modestissimo mea culpa per non aver apprezzato subito Stevie Kim, direttrice di Vinitaly International.
A parte la considerazione sull’energia e la spavalderia di Stevie (visto che ne parlo bene mi posso permettere il tono confidenziale) voglio ragionare sulla sua importanza per il sistema vino Italia. Giovedì 26 febbraio a Roma è stato presentato il Vinitaly 2015 e sinceramente tra le poche, anzi diciamo pochissime, novità quella che mi sembra degna di nota è proprio la Vinitaly International Academy fondata dalla Kim con la direzione scientifica di Ian D’Agata. Sicuramente il fatto che, al contrario di Stevie, D’Agata mi è piaciuto fin dal primo contatto diretto ha aiutato a rivalutare l’intera operazione, ma non è tutto frutto di simpatie o antipatie naturalmente.
Parlando di Vinitaly rimane il fatto che essendo un colosso ha poca attenzione per i piccoli, ma è nella logica delle cose per quanto possa far male. Di nuovo c’è però il focus sul “business” sbandierato in conferenza stampa come obiettivo importante della fiera. Ne saranno contenti i produttori, quelli che si sobbarcano costi notevoli per esserci e che al di là di far bere qualche centinaia di persone hanno l’interesse e il bisogno di incontrare i “compratori”. Si è parlato di maggiori controlli agli ingressi, questo lo speriamo per il prestigio della manifestazione e per il bene di tutti visto che le orde di ubriaconi viste in questi anni sono anche un pericolo. Numeri di espositori e di metri quadri venduti stabili rispetto allo scorso anno, non si può sempre crescere anche se i maligni dicono che quando si parla di consolidamento vuol dire che in realtà c’è stato un arretramento.
Ma torniamo a noi, a me e a Stevie, anzi a me, Stevie e Ian. La Vinitaly International Academy è, in sintesi, un progetto educativo sul vino italiano rivolto a professionisti e opinion leader di tutto il mondo. A Verona aprirà la 49esima edizione di Vinitaly con una settimana di corso intensivo prima della fiera, fino all’esame finale che diplomerà due figure: gli “esperti” e gli “ambasciatori” del vino italiano nel mondo.
E proprio di questo c’era bisogno, di un percorso capace di sostenere la nostra enologia con operazioni di sistema, che possono poggiare su risorse importanti per entrare realmente nei mercati esteri. Che non significa vendere un bancale o un container di vino qui e uno lì, ma piuttosto sviluppare una conoscenza che supporti una domanda mirata, selezionata, informata. Anche perché la conoscenza – come ha ribadito bene D’Agata a Roma – significa poter colmare quel gap che ci divide dalla Francia sul piano economico. Da sempre infatti non riusciamo a valorizzare la nostre differenze, a farle “pagare” insomma. Ecco, se Ian e Stevie aiuteranno questo percorso allora potremo dire davvero grazie a questi due “stranieri” (anche se D’Agata è quasi tutto italiano) e a chi li ha scelti. Due fisici diversi, una piccola donna e un grande uomo, che insieme possono fare molto. Almeno noi lo speriamo.
[…] un siparietto divertente con la Kim che ha ricordato a tutti come le avessi dato dell’antipatica proprio su questo blog, ho affrontato il resto degli impegni con una certa scioltezza. Anche se le difficoltà non sono […]