Blog | 31 Luglio 2023 | Fabio Ciarla

Perché le idee contano… L’esempio de “I Magnifici 16”

I fondi sono indispensabili, sia chiaro, ma bisogna saperli usare. E il recente tour organizzato dall’Istituto Marchigiano Tutela Vini ha dimostrato che nel vino, nella promozione e comunicazione del vino, c’è ancora margine per inventarsi qualcosa di nuovo (e utile)

Che nel vino si sia già fatto tutto, che qualsiasi iniziativa non sia ormai che la ripetizione di qualcosa realizzato nel passato è vero solo in parte. Anzi, forse è proprio questo il pensiero che frena alcuni territori, mentre per altri resta il dubbio se non sia questa una scusa per rimanere immobili o, peggio, dar vita a brutte copie di iniziative che hanno funzionato tempo addietro o in altre zone. Non è questo il caso, evidentemente, dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, che lo scorso giugno ha messo in campo uno sforzo dai numeri impressionanti e, allo stesso tempo, di grande originalità.

Oltre 300 vini, di 120 aziende diverse, degustati da circa 70 giornalisti nazionali del settore distribuiti in 9 eno-itinerari, chiamati a coprire il territorio delle 16 denominazioni afferenti l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (che rappresenta circa il 70% dell’export e poco meno della metà dell’intero vigneto regionale). Evento conclusivo sabato 24 giugno a Recanati, nella splendida Villa Koch, dove è stato realizzato un tasting completo di tutte le aree coinvolte oltre a un interessante convegno dedicato all’enoturismo. Fin qui, forse, nulla di tremendamente nuovo, in fondo si tratta di essere in grado di gestire grossi numeri. Però fermiamoci a riflettere già su questo aspetto, quante regioni/denominazioni sarebbero in grado di organizzare una cosa del genere? Se ne mettiamo in fila una decina in tutto siamo ottimisti a mio parere… Ma andiamo avanti, perché il “nuovo” si palesa analizzando le idee messe in campo da Michele Bernetti e Alberto Mazzoni, rispettivamente presidente e (storico) direttore dell’IMT. Già perché i giornalisti sono stati coinvolti in un tour misto tra enologia, cultura e turismo di grande interesse che ha avuto il suo fulcro, il momento di maggiore importanza (a mio parere) nelle visite in azienda del secondo giorno. L’eno-itinerario a cui ho partecipato (Assaggi di Verdicchio, tra Medioevo e Castelli – Incontri unici con i luoghi, le storie e i sapori dei Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG e Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC) – così come tutti gli altri – prevedeva infatti degli incontri, uno la mattina e uno il pomeriggio, in aziende del territorio. Cosa c’era di nuovo? Il fatto che in ogni azienda erano presenti almeno una decina di realtà del territorio, ciascuna con il proprio banchetto e tre vini da assaggiare. Una sorta di approccio alla “speed date“, ma non troppo veloce, anzi. Tempi giusti e un assortimento di aziende scelto con cura, la mattina presso la bellissima struttura di CasalFarneto c’erano realtà storiche come Garofoli, per capirci, ma anche alcune piccole e giovani come Col di Corte, c’erano i grandi numeri di Piersanti e la vocazione spumantistica di Broccanera, e via a seguire. Mi scuseranno per la mancata citazione (ma sarebbe davvero impossibile) gli altri presenti così come quelli del pomeriggio e – naturalmente – tutti quelli protagonisti degli altri 8 tour.

Mi preme sottolineare come sia stata davvero una bella sensazione vedere fianco a fianco aziende così diverse, intuire in poco tempo le differenti storie che hanno portato un territorio una volta poco celebrato ad essere la patria di uno dei vini bianchi più importanti e blasonati d’Italia. Daria Perego Garofoli è una forza della natura, è lei l’anima “estera” della storica azienda retta da suo marito e suo cognato, ha carattere e competrenze da vendere, anche se magari – visti gli anni passati in giro per il mondo -, a volte gli sfugge un “concrete” al posto di “cemento”. Ma è davvero poca cosa rispetto a quello che si può imparare ascoltandola. Ottavio Piersanti è forse l’anima più verace di questa terra, la storia di famiglia prende corpo quando il comprensorio di Jesi era dedito alla spumantizzazione e credeva ancora poco, o nulla, nel Verdicchio. Ma la sua conoscenza del vitigno e del vino, che ti racconta passando con disinvoltura dall’acido caffeico alla nutrizione “organica” (con scorze di lievito, al posto della più comune “azotata”), ti lascia esterrefatto. Paolo Togni di CasalFarneto ha un curriculum imprenditoriale da far spavento, eppure è lì ad accogliere tutti, giornalisti e suoi colleghi produttori, con un sorriso e una semplicità disarmanti. La voglia di fare dei giovani è incredibile, qualcuno quasi timoroso di essere fianco a fianco con personaggi storici dell’area, altri con già alle spalle qualche vendemmia in più che, tuttavia, riconoscono la forza trainante di realtà magari filosoficamente anche molto lontane dalle proprie convinzioni. Insomma un territorio che ha saputo presentarsi bene, merito forse anche dell’ufficio stampa (Ispropress) che ha coadiuvato l’intero progetto, e in modo intelligente. Senza forzature, dando però modo alle varie sfaccettature, delle persone e dei vini, di mettersi in mostra allo stesso modo.

Il presidente dell’IMT Michele Bernetti

D’altronde è questo uno dei principi dell’IMT, così come raccontato negli interventi di saluto iniziali della tre giorni dal presidente e dal direttore. “Nell’IMT sono tutti protagonisti, non ci sono comparse” ha ribadito Mazzoni, che poi ha spiegato come le dimensioni di un soggetto probabilmente unico in Italia siano fondamentali per “gestire progetti e finanziamenti anche di grande rilevanza”. Nello specifico, solo per il 2023, l’IMT ha messo in campo iniziative di finanziamento per oltre 2,4 milioni di euro tra OCM Vino e PSR Marche (Mis. 3.2). Da parte sua Michele Bernetti ha ribadito come anche le novità, ormai in dirittura d’arrivo, sulla gestione del nome “Verdicchio” nelle Docg afferenti i Castelli di Jesi e Matelica, siano frutto di un processo decisionale che tende a garantire autonomia ai territori, senza rischiose centralizzazioni: “La governance dell’IMT – ha detto il presidente in videocollegamento con tutti i 9 tour – è costituita da 16 comitati (uno per ogni denominazione ndr) che rimangono autonomi. In effetti l’IMT a livello centrale “ratifica” le decisioni prese dai singoli comitati, e non viceversa”. Un’ulteriore prova di maturità, o forse del fatto che se fai le cose bene, con intelligenza e provando a mettere in campo le energie migliori, alla fine i risultati arrivano.

LE 16 DENOMINAZIONI TUTELATE DALL’IMT
Docg: Conero Riserva, Vernaccia diSerrapetrona, Castelli di Jesi VerdicchioRiserva, Verdicchio di Matelica Riserva
Doc: Bianchello del Metauro, ColliMaceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terrenidi San Severino, Lacrima di Morro d’Alba,Pergola, Rosso Conero, San Ginesio,Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli diJesi, Verdicchio di Matelica.

IMT – Istituto Marchigiano di Tutela
L’Istituto Marchigiano di Tutela, con sede a Moie di Maiolati Spontini, in Via Ariosto, 57 è stato costituito l’8 settembre 1999 dalle più importanti aziende vitivinicole delle province di Ancona e Macerata.
I soci fondatori sono:
Terre Cortesi Moncaro Soc. Coop. a r.l.
Fazi Battaglia S.p.a.
Azienda Vinicola Umani Ronchi S.p.a.
Colonnara Soc. Coop. a r.l.
Cantina Soc. di Matelica e Cerreto D’Esi Soc. Coop. a r.l.
Cantina Sociale Valdinevola S.p.a.
Casa Vinicola Gioacchino Garofoli S.p.a.
Vinimar Soc. Coop. a r.l.
Az. Agr. Fattoria La Monacesca di Cifola Casimiro
Mancinelli Stefano
Az. Agr. Conte Leopardi Dittajuti
Az. Agr. Marchetti di Marchetti Maurizio
Cantina Cavalieri di Benedetti Eugenio
Quacquarini Lanfranco
Az. Agr. Santa Cassella
Az. Agr. Quacquarini Alberto
Az. Agr. Lucchetti Mario
Az. Agr. Degli Azzoni Avogadro Carradori Roberto
Az. Agr. Farroni Eolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *