Comunicati | 13 Novembre 2017 | Fabio Ciarla
Il Frascati Superiore dell’anno Eremo Tuscolano 2016
Da dove nasce l’unico Frascati che anche quest’anno ha guadagnato i Tre Bicchieri della Guida ai Vini d’Italia del Gambero Rosso: “…riferimento stilistico della denominazione…”
Il riconoscimento dei Tre Bicchieri all’Eremo Tuscolano 2016 come miglior Frascati dell’anno arriva puntuale ad un vino che sta facendo un percorso molto coerente in nome della storica denominazione Frascati. Nel 2012 Mario Masini è uscito ufficialmente con la prima bottiglia del suo Frascati Superiore Eremo Tuscolano, subito indicato come miglior Frascati dell’anno dalla guida dell’Espresso. E così ha continuato ad essere considerato per molti altri degustatori: il Gambero Rosso ha riconosciuto i Tre Bicchieri alla vendemmia 2013; il 2014 è stato il miglior Frascati per la Guida di Roma e del Lazio de La Repubblica; il 2015 è stato il migliore per la Guida Vitae dell’AIS e il 2016, appunto, ha ricevuto di nuovo i Tre Bicchieri dal Gambero Rosso. Questi e altri riconoscimenti hanno confermato a Masini che la ricerca dei sapori che lo hanno accompagnato nella sua gioventù poteva essere di nuovo condivisa e apprezzata.
Mario Masini, patron di Eremo Tuscolano, è nipote dell’On. Pietro Campilli, proprietario della Valle Vermiglia che negli anni ’60 già produceva un Frascati di alta qualità e che si adoperò per far nascere la Doc Frascati inserita nel primo gruppo di Denominazioni italiane riconosciute nel 1966.
Un Frascati che gli ricordasse quello del nonno è il vino che Masini ha pensato di riproporre, ad un certo punto della sua vita. Nostalgie, moto d’orgoglio, e altre emozioni che lo hanno spinto a cercare un terreno dove impiantare il vigneto per produrre quel vino che aveva in mente. Un po’ per fortuna, che serve sempre nella vita, e un po’ per “naso” si è trovato a prendere la strada in salita che, da Monte Porzio Catone, in provincia di Roma, attraversando la fitta boscaglia del Monte Tuscolo, arriva in cima alla collina, per fermarsi davanti al portone ben serrato della comunità degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona.
La proprietà della comunità di clausura, oltre alle varie strutture architettoniche e a una bella fetta di Parco dei Castelli Romani, comprendeva anche una porzione di terreno agricolo che circondava la sommità della collina sempre più area di conquista del bosco e dei cinghiali. Otto ettari di terreno incontaminato, delimitato da un muro secolare che, grazie alla sua notevole determinazione, Masini ha potuto ottenere convincendo prima i monaci ma poi soprattutto la burocrazia secolare.
La produzione
L’Eremo Tuscolano, circa 30.000 bottiglie l’anno, è il risultato della combinazione tra l’intensità e la freschezza della malvasia del Lazio, il corpo e la rusticità della tradizionale malvasia di Candia, il lieve profumo di mandorla tostata del trebbiano giallo, il corpo e l’armonia del bombino bianco e quel tocco di giallo paglierino dai riflessi verdognoli del trebbiano toscano.
Un’alchimia che dimostra quanto quei vitigni impiantati su un terreno vulcanico a 600 metri di altezza, immerso nel bosco, sappiano trasformarsi in un vino dai “sentori iodati, toni agrumati, erbe aromatiche, frutta a polpa bianca, grinta e tensione che danno allo stesso tempo lunghezza e bevibilità” un vino espressione di una lunga tradizione, in grado di riportare in alto la denominazione Frascati, che aspetta solo di essere assaggiato.
Fonte: Ufficio stampa Rosanna Ferraro
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