Comunicati | 24 Settembre 2015 | Fabio Ciarla
Cinque annate per conoscere uno dei bianchi più importanti d’Italia, il Cervaro della Sala e Renzo Cotarella protagonisti alla Fisar Roma
Un viaggio di 90 minuti, come una partita di calcio ma senza intervallo ed espulsioni. Non sono mancati i gol, ben cinque le annate in degustazione, e i tocchi di classe, come il racconto di un viaggio in macchina da Bordeaux a Firenze passando per Nizza. Tante emozioni quindi nella degustazione verticale organizzata dalla Delegazione di Roma e Castelli Romani della Fisar mercoledì 23 settembre dedicata al Cervaro della Sala, sicuramente uno dei vini bianchi più importanti, blasonati e longevi d’Italia. A presentare e raccontare come è nato e si è evoluto questo prodotto di casa Antinori c’era il Direttore Generale dell’azienda nonché “padre” del Cervaro, Renzo Cotarella. Con lui il responsabile dell’azienda situata a qualche chilometro di Orvieto, Massimiliano Pasquini. Dopo la presentazione del Delegato Filippo Terenzi, padrone di casa allo Sheraton Rome Hotel, i circa 80 partecipanti hanno potuto viaggiare alla scoperta di questo splendido vino, frutto di un assemblaggio di Grechetto e Chardonnay. La panoramica – confortata dalla degustazione delle annate 2004, 2006, 2009, 2011 e 2013 – è partita proprio dall’incontro di Cotarella con i vini bianchi di Borgogna in un ristorante di Nizza, una folgorazione giovanile che ha ispirato l’attività dell’agronomo, diventato anche enologo per forza di cose, nell’azienda orvietana degli Antinori, gruppo che ha raggiunto ormai i 2000 ettari vitati sparsi per le varie tenute di proprietà in Italia. Cotarella ha definito il Cervaro un “vino icona ma accessibile” per via del prezzo tutto sommato contenuto, ma anche un modello operativo che è stato poi importato e diffuso all’interno del gruppo fiorentino.
La serata si è quindi snocciolata, mentre i sommelier Fisar della Delegazione di Roma passavano al servizio delle cinque annate, tra un racconto di vita vissuta e un dettaglio tecnico. Da come, nel 1986, il bianco del Cervaro della Sala fece per la prima volta casualmente la fermentazione malolattica, facendo intuire possibilità fino a quel momento inespresse per questa etichetta. La nuova cantina operativa dal 2006, la scelta di fare vini “saporiti ma non pesanti”, l’attenzione costante per i dettagli alla ricerca del miglioramento continuo e la previsione di dosare in futuro ancora meglio le percentuali di Grechetto sono stati alcuni dei punti toccati da Renzo Cotarella nel suo intervento, seguito con la massima attenzione da tutti i presenti. Un evento che ha lasciato bellissime sensazioni nelle persone intervenute, non solo per la degustazione in sé ma anche per la cordialità dell’incontro e la disponibilità dimostrata da Cotarella e Pasquini, che non hanno fatto mancare l’invito a visitare l’azienda prima di congedarsi.
Per la cronaca Cotarella ha definito la 2013 come una delle annate migliori per il Cervaro della Sala, gli appassionati possono quindi puntare a farne scorta appena possibile, considerando che il vino non soddisfa mai le richieste del mercato!
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