Blog | 10 Aprile 2024 | Fabio Ciarla
Cabernet Franc e rocce vulcaniche, nasce così a Bolgheri il Vigna Pianali di Tenuta Meraviglia
Tre vini e un solo vitigno, il Cabernet Franc, in un’area di Bolgheri decisamente particolare. Siamo a 150 metri slm, in una porzione di territorio in cui affiorano copiosamente le “rioliti”, rocce laviche biancastre note anche come “Vulcaniti di San Vincenzo”. Sono 34 gli ettari vitati di Tenuta Meraviglia, ennesima sfida del gruppo ABFV Italia (Alejandro Bulgheroni Family Vineyards), già proprietario di Dievole nel Chianti Classico, Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, ma anche Tenuta Le Colonne sempre nel bolgherese. Un colosso del vino globale, capace di investire in Italia circa 150 milioni di euro in soli 12 anni (il 2012 è l’anno dell’arrivo in Chianti Classico) come spiega Stefano Capurso, Executive President ABFV Italia, che oggi gestisce un totale di 330 ettari vitati, tutti condotti con metodo biologico, e una produzione che si avvicina al milione di bottiglie l’anno.
Tenuta Meraviglia, che sta vedendo nascere la nuova cantina ricavata all’interno di una cava dismessa, si trova nella parte sud dell’area di Bolgheri, affacciata sul mare con una vista privilegiata sulle isole dell’Arcipelago Toscano. Calcare e marne di origine marina sono la base pedologica su cui si innesta la presenza diffusa di rioliti, particolarmente affioranti nella Vigna Pianali, mezzo ettaro a malapena dove l’azienda ha realizzato il cru omonimo, con la prima annata, la 2020, presentata proprio in queste settimane. Sono però tre le etichette aziendali frutto della lavorazione esclusiva del Cabernet Franc, la prima è il Rosso Bolgheri Doc, seguita dal Maestro di Cava Bolgheri Doc Superiore. Tutti e tre i vini affrontano lavorazioni tradizionali con fermentazioni in tini tronco-conici di cemento grezzo non vetrificato, spesso con una porzione di uve intere, ovvero un 10/15% della massa con raspo. L’affinamento avviene in grandi botti di rovere francese non tostata da 60 hl (di media uno, due e tre anni la lunghezza del passaggio), una scelta non molto diffusa a Bolgheri, dove si privilegiano i legni piccoli, così come in parte diversa da altri è la politica dei prezzi: “la nostra filosofia aziendale è che i vini vanno bevuti”. Una frase che prelude ad un contenimento dei listini, che pure riguardano un segmento alto, evidenziato da prezzi al pubblico tra i 25 e i 28 euro per il Bolgheri Doc, i 75/80 euro per il Maestro di Cava fino a toccare i 100/110 euro per le 3000 bottiglia del cru Vigna Pianali.
Notevole l’impegno dal punto di vista ambientale, come ci spiega Stefano Capurso: “In tutte le aziende del gruppo produciamo vini biologici, figli di un’agricoltura sostenibile e rigenerativa. Da gennaio 2023, abbiamo inoltre avviato il percorso Equalitas che certifica la sostenibilità aziendale, che non è solo ambientale ma anche umana ed economica”.
Vista la vicinanza con il mare non poteva mancare tuttavia anche un bianco, ovviamente da uve Vermentino. Si tratta del Botro dei fichi Vermentino Bolgheri Doc, che nasce su una porzione della tenuta contraddistinta in particolare da sabbie rosse della Val di Gori, con ben più modeste – rispetto agli altri vigneti – di vulcaniti di San Vincenzo. Fermentazione e affinamento sulle fecce fini in cemento, poi il 30% affina in botti di rovere e castagno da 15 hl integralmente prodotte, dalla materia prima agli artigiani, sulle colline toscane. Per chiudere con l’olio Igp Bolgheri ottenuto dagli 850 ulivi secolari di varietà Leccino e Moraiolo.
Infine l’enoturismo, vero asso nella manica del gruppo ABFV Italia già proprietario di due alberghi, che a Tenuta Meraviglia vedrà nascere 12 alloggi (otto camere e quattro suite) perché “oggi l’ospitalità è fondamentale per comunicare il vino” chiosa Capurso. Ma quello che probabilmente colpirà di più della nuova azienda bolgherese del gruppo fondato dall’italo-argentino Alejandro Bulgheroni, che ricordiamo si affianca sullo stesso territorio alla già avviata Tenuta Le Colonne, sarà proprio la nuova cantina, che sta nascendo nell’ex cava di Cariola presente all’interno della proprietà con inaugurazione prevista tra un anno, cioè a primavera 2025 (lavori iniziati il 25 luglio 2022). Scontata la materia prima estratta da questo sito ormai abbandonato da oltre 40 anni, la Riolite, la sfida vera è stata quella di riqualificare e valorizzare l’area mantenendo i principi dell’edilizia sostenibile. L’edificio (progettazione e realizzazione BTA – Bernardo Tori Associati, aei progetti e SVC Winery Project) sarà infatti perfettamente integrato nel paesaggio, seguirà la forma della cava e sarà articolato su tre livellim rappresentando sicuramente uno dei più importanti investimenti nel mondo del vino italiano degli ultimi anni.
(foto profilo LinkedIn https://www.svcwineryproject.com/)
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