Blog | 2 Novembre 2016 | Fabio Ciarla
Biondelli, la Franciacorta tra Amore e Diplomazia
Biondelli è una giovane azienda vinicola situata al centro della zona di produzione della Franciacorta, ma non può essere ridotta solo a questo, se non altro per lo spessore dei personaggi che l’hanno creata e vissuta.
Oggi le attività vengono seguite dalla terza generazione insieme alla seconda, ovvero da Joska Biondelli che ha preso le redini della cantina dalle mani del papà Carlottavio e della mamma Mariella. Proprio a Carlottavio si deve il maggior impulso nell’evoluzione vinicola della tenuta Biondelli, ricevuta in eredità dal papà Giuseppe che arrivò in Franciacorta grazie al matrimonio con Clementina dei conti Maggi di Gradella. Amore e Diplomazia cominciano così a fondersi, Giuseppe Biondelli era infatti all’epoca delle nozze un Diplomatico di carriera e aveva girato mezzo mondo negli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale. L’amore per la moglie Clementina, che aveva antichi legami con la Franciacorta, lo spinse a trasferirsi a Bornato acquistando la villa e l’annessa proprietà agricola che erano in precedenza state di proprietà dei conti Fè d’Ostiani. Da Console Generale, Giuseppe divenne Ambasciatore d’Italia e fece di Bornato la residenza estiva della propria famiglia, da qui nacque la prima idea di vigneto, che poi trovò massima espressione nell’impegno del figlio Carlottavio. Ma la Diplomazia non era nuova, in realtà, per il territorio e per il castello di Bornato in particolare. Prima dei Biondelli lo storico borgo aveva vissuto un’epoca di splendore grazie proprio ai Fè d’Ostiani, alla fine dell’Ottocento infatti il Conte Alessandro aveva reso nota la residenza in qualità di Senatore del Regno d’Italia e Ministro Plenipotenziario in diversi paesi (Cina, Giappone, Brasile, Belgio e Grecia). Dello stesso livello anche il genero, il Conte Charles Jean Tristan de Montholon Sémonville, Ambasciatore di Francia in Svizzera.
Amore e Diplomazia quindi, ma in una delle zone più vocate per la vitivinicoltura in Italia. Le testimonianze di questa vocazione affondano le radici indietro nei secoli, ma forse la prima davvero specifica per le produzioni attuali di vini spumanti si ritrovano nel “Libellus De Vino Mordaci” (Trattato sul Vino Mordace, ossia mosso e spumante) composto dal medico bresciano Gerolamo Conforti nel 1520. In questo solco della tradizione si inseriscono quindi i Biondelli di seconda e terza generazione, con una produzione limitata ma molto interessante. Una storia decisamente giovane, iniziata nel 1990 con l’adesione di Carlottavio al neonato Consorzio di Franciacorta, per poi arrivare nel 2012 alla produzione dei primi vini firmati Biondelli. Passando per un grande lavoro di ammodernamento dei vigneti, avviati alla conduzione biologica nel 2011, e per l’inaugurazione della nuova cantina, sorta grazie alla ristrutturazione della cinquecentesca cascina Breda all’interno della tenuta nel 2010. Data che segna anche il passaggio delle responsabilità a Joska Biondelli, che da quel momento si occupa a tempo pieno della produzione.
Siamo ormai ai giorni d’oggi, con la produzione di tre etichette, tutte 100% Chardonnay: Biondelli Brut, Biondelli Saten e Biondelli Brut Millesimato “Première Dame”. Quest’ultimo già nei desiderata di diversi critici internazionali come testimoniano i 92 punti sulla guida Gilbert & Gaillard o la medaglia d’oro Champagne & Sparkling Wine World Championships. Noi però ci concentriamo sul Saten, la tipologia che contraddistingue la Franciacorta.
Biondelli Saten
Naso elegante e delicato, si sente la frutta gialla e qualche erba, non mancano note di lievito ma molto leggere. Il perlage è davvero molto persistente a dispetto della tipologia, il corpo c’è ed è ben equilibrato con l’acidità che rende questa etichetta davvero piacevole oltre che interessante. Il finale è lungo e spinge ad un nuovo sorso, sensazione da premiare.
Voto: 7,5
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