Collaborazioni | 8 Aprile 2016 | Fabio Ciarla
ABCvino – La “piramide” delle denominazioni di origine
Quando si parla del sistema di certificazione della produzione vitivinicola, si incappa spesso in una trappola concettuale e simbolica: la “piramide qualitativa“.
La trappola della piramide
Fino a qualche tempo fa, si spiegava la gradualità degli ambiti produttivi indicando la forma della piramide e mettendo al livello più basso e ampio le IGT (Indicazione Geografica Tipica), poi, a salire le DOC (Denominazione di Origine Controllata) e, infine, le DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Ecco, diciamo che stabilire, per legge, che la qualità di un vino può essere messa su una scala nella quale c’è un grado più altro (DOCG) e uno più basso (IGT) – e più in basso ancora i comuni “Vini da Tavola” – non è sicuramente l’operazione più corretta da fare.
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