Blog | 28 Gennaio 2015 | Fabio Ciarla
Damiano Ciolli e Casale Certosa, il Lazio che si impegna nella giusta direzione
Il Lazio fa fatica, e tanta, per risalire la china di un mondo del vino che da anni ormai lo relega in fondo alle classifiche nazionali per autorevolezza e qualità (le colpe sono quasi tutte in casa, non cerchiamo scuse), ma ogni tanto insieme al produttore lungimirante o alla Denominazione che sa lavorare bene spuntano quelle belle occasioni di crescita comune che sono la giusta strada per arrivare a migliorarsi. Tutti.
Non basta infatti fare buoni prodotti, ci vuole anche un discorso generale, il famoso “fare sistema” capace di dare continuità nei mercati, che poi sono fatti di persone.
In questo senso i vini di Damiano Ciolli, forse il primo a credere nel futuro del Cesanese a Olevano Romano, sono un esempio positivo di qualità e interesse. La sua è una storia di quelle che piacciono. Un vitigno autoctono di grande potenziale, l’incontro con un grande enologo, la sfida di un giovane alla congiuntura tra due generazioni, tra chi mollava e chi decideva, nonostante tutto, di crederci. Di per sé quindi potremmo definirlo un “vincitore”, uno che ora raccoglie premi e riconoscimenti in giro per l’Italia, affrancato ormai dall’immagine negativa del vigneto Lazio. C’è la potrebbe fare da solo Damiano ma, per fortuna, lo spirito è diverso. Lo abbiamo incontrato insieme a Fausto Cosmi di Casale Certosa, azienda di Santa Palomba che dal biologico sta virando verso il biodinamico, all’aperitivo con il produttore organizzato da Roberto Bianchi nella sua enoteca Vino e Caffè a Velletri venerdì 7 novembre.
Serata interessante, accompagnata dalle preparazioni dello chef Luigi Sciullo (Agriturismo Iacchelli) che ha messo in mostra buoni e ottimi vini ma soprattutto quella voglia di crescere e farcela tutti insieme. I produttori con le loro etichette e le loro storie, l’enoteca come centro di diffusione di saperi e sapori, il contatto con la ristorazione e soprattutto le tante persone intervenute che hanno anche beneficiato di uno sconto sull’acquisto dei vini dei due produttori.
“Nulla di nuovo” dirà qualcuno, “di solito si fa così” aggiungerà qualcun altro. In teoria si, ma per quel che siamo abituati a vedere ultimamente nel Lazio (se escludiamo Roma città) si tratta di dettagli che rappresentano aria nuova.
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