Blog | 28 Gennaio 2015 | Fabio Ciarla
L’enoteca. Nel vero senso della parola.
Da qualche parte è passata di moda, sovrastata dalla concorrenza della grande distribuzione e con il web alle calcagna, ma l’enoteca può ancora essere il luogo dove il vino si conosce oltre che si compra. Ne è un esempio Vini Vizi e Virtù, piccola raccolta di grandi bottiglie provenienti da produttori non famosi gestita da Antonio Mazzitelli a Roma, piazza dell’Unità 15 in zona Prati. Antonio è uno dei docenti FISAR più noti nel Lazio e la sua competenza va ben oltre i territorio vinicoli italiani, ecco quindi che da Vini Vizi e Virtù si possono trovare perle di qualità provenienti da (quasi) ogni parte del mondo.
Un pomeriggio passato a degustare con un po’ di amici, tutti aspiranti sommelier Fisar, è stato sufficiente a raccogliere le prove che l’enoteca può sopravvivere ai supermercati, all’ecommerce e all’acquisto diretto. Se diventa un punto di riferimento, un luogo accogliente dove confrontarsi, scoprire e provare. Ho visto entrare la giornalista Rai che si è fatta consigliare il vino per la cena a casa con il marito, la signora che voleva “ancora Valpolicella” così come il tizio passato al volo a prendere “quello che sai tu”. Un microcosmo molto più simile al paese che alla grande città, chi in bici e chi a piedi in una delle zone più vivibili di Roma. Certo il passaggio, anche grazie al vicino mercato, c’è e sicuramente aiuta ma l’impressione è che ormai l’enoteca si sia creata il suo nome, abbia ottenuto la fiducia dei suoi clienti e possa contare su un gruppo di affezionati che non sentono nessun bisogno di andare altrove.
Ecco, se l’enotecario saprà offrire davvero consulenza, simpatia e accoglienza allora avrà qualche possibilità di sopravvivere al cambiamento dei tempi.
[…] 2010 ho aperto l’enoteca Vi3 – Vini, Vizi & Virtù ed ho deciso di lasciare la scuola. “Vi3″ è infatti un po’ l’espressione del mio […]
[…] 2010 ho aperto l’enoteca Vi3 – Vini, Vizi & Virtù ed ho deciso di lasciare la scuola che si era trasformata in un vero e proprio […]
Sono assolutamente d’accordo con te Fabio sull’importanza di riscoprire il ruolo dell’enotecaro, una sorta di tutor per gli acquisti, un propulsore della cultura enologica, insomma una persona di fiducia a cui affidarsi ciecamente.
Scusa il ritardo Fabio, d’altronde leggerti è sempre un po’ rispecchiarmi in alcune delle mie convinzioni. L’enoteca, al netto delle difficoltà economiche generali e anche delle nuove forme di acquisto diretto e online, può comunque rimanere importante per tutta una fascia di persone, in crescita, che vogliono e sanno confrontarsi su un vino. Ma anche su altre specialità gastronomiche ovviamente (così si amplia anche il raggio d’azione a livello commerciale).