Comunicati | 20 Gennaio 2016 | Fabio Ciarla
CREA: parte a Roma la due giorni sulla ricerca per l’agricoltura biologica e biodinamica
Con quasi 1.400.000 ettari coltivati da 49.070 aziende agricole (+2,5% rispetto al 2013) e oltre 55.400 operatori certificati il settore biologico conferma la sua vivacità anche nel 2014, testimoniata dalla crescita in ambito internazionale con 1,42 miliardi di euro di esportazioni, pari al 4% di quelle dei prodotti agroalimentari nazionali, che attestano il primato mondiale dell’Italia per l’export.
Sono questi i dati relativi al biologico, contenuti nel BIOREPORT, strumento di analisi realizzato dal CREA nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, e presentati oggi nel corso della giornata inaugurale di un’intensa due giorni dedicata alla ricerca in agricoltura biologica.
Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, infatti, ha annunciato l’avvio del Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo del sistema biologico, che prevede la predisposizione di un piano nazionale per la ricerca e l’innovazione in agricoltura biologica e la costituzione di un comitato permanente di coordinamento per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, con il coinvolgimento degli enti vigilati dal Mipaaf, primo fra tutti il CREA.
In apertura dei lavori il Vice Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Olivero ha dichiarato: «Con la definizione del piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico, che ha visto un’ampia partecipazione e un partenariato attivo, viene delineata una strategia attenta per lo sviluppo del sistema biologico nel nostro Paese nell’ottica di rafforzare la convenienza di impresa, la redditività aziendale e l’occupazione in zone marginali, generando, al contempo, effetti esterni positivi non solo ambientali ma anche in relazione alla salvaguardia della salute degli agricoltori e dei consumatori. In questo ambito ricerca e innovazione sono le armi vincenti ed occorre sfruttare al massimo le opportunità che si aprono in questi mesi, poiché sono in cantiere una serie di iniziative portate avanti con la politica di sviluppo rurale, all’interno dei piani regionali. Il nostro impegno è far sì che la ricerca sia ancorata al meglio ai fabbisogni e nel contempo sfrutti tutte le potenzialità di trasferimento e adozione da parte delle imprese, senza dimenticare che al centro dell’interesse comune vi è il diritto ad un cibo che sia sufficiente, sicuro, sano e nutriente».
In tal senso il CREA è impegnato con 14 progetti di ricerca illustrati, alcuni appena conclusi e altri ancora in corso su cambiamento climatico, tutela del suolo, zootecnia, alternative all’uso del rame, ortofrutticoltura in campo e in serra, la presenza di composti salutistici nei prodotti, agricoltura di precisione.
«Il settore biologico – ha affermato Salvatore Parlato, Commissario Straordinario del CREA – da tempo si è imposto come una esigenza produttiva che richiede una ricerca specifica orientata in tale direzione.Occorrono, quindi, studi e progetti finalizzati alla caratterizzazione dei prodotti bio lungo l’intera filiera: una vera e propria sfida per la ricerca, in grado di coniugare le conoscenze più avanzate (dalla genetica alla nuove tecnologie) con il tradizionale rispetto della natura, specifico del bio. La qualità nutrizionale dei prodotti, i cambiamenti climatici, la salute del suolo, il miglioramento genetico sono senz’altro alcuni fra i temi più caldi a cui la scienza è chiamata a dare una risposta e noi, come CREA, siamo in prima linea».
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