Comunicati | 7 Aprile 2021 | Fabio Ciarla

I rosati nell’era del climate change: le sfide per preservare aromi e tipicità

Webinar
20 Aprile 2021, h. 15,55 – 18,45

Da alcuni anni i rosati fermi, pur con qualche oscillazione da una vendemmia all’altra, rappresentano nel mondo circa il 10% del volume totale di vino esitato sul mercato. Quattro sono i Paesi protagonisti della loro produzione: Francia e, staccati di gran lunga, Stati Uniti, Spagna e Italia. E uno tra questi detiene il trono, peraltro mai insidiato, del loro consumo: la Francia.

 

E l’Italia?

“Quando i Millennials Pink si stancheranno della Provenza, si riverseranno sui vini pugliesi”, affermava Denis Pantini (WineMonitor-Nomisma) nel 2019, presentando un’indagine sui trend dei rosati nel mondo e in Italia. In quel momento i dati deponevano fortemente a favore di una crescita del gradimento per questa tipologia enologica nel nostro Paese. E tutt’ora, nonostante lo scossone dato ai mercati dalla pandemia, i rosé in Italia sembrerebbero avere un futuro in ascesa nel medio periodo.

La spinta alla crescita determinata dalla domanda non può far perdere di vista la necessità di mantenere elevati gli standard di qualità dei rosati italiani, prodotti storicamente in alcune aree del Paese e oggi diffusamente da Nord a Sud. In particolare, la loro produzione è in espansione in Puglia e sulle sponde del Lago Garda. Zone parimenti vocate, ma dalle situazioni pedoclimatiche assai diverse e a loro volta differenti da quelle che si riscontrano in Provenza, storicamente terra di rosati in Francia. Territori che, al pari di tanti altri nel mondo, si trovano oggi a raccogliere la sfida derivante dal cambiamento climatico in atto e dalla necessità di gestire razionalmente le tecniche produttive, in vigneto e in cantina, per continuare a concentrare nel grappolo l’essenza del territorio e a estrinsecarla nel corso della trasformazione dell’uva in vino.

In un ideale viaggio che, partendo dal Sud Italia, volgerà verso Nord per poi piegare a Ovest e puntare al Mezzogiorno francese, questi tre stili produttivi – fortemente legati ai vitigni utilizzati e ai rispettivi terroir – saranno protagonisti dell’evento digitale “I rosati nell’era del climate change: le sfide per preservare aromi e tipicità”, organizzato dall’Associazione Donne della Vite in collaborazione con Lallemand (20 Aprile 2021, h. 15,55).

A parlarne saranno Luigi Tarricone (Crea VE di Turi, BA), Mattia Vezzola (Vice-Presidente Consorzio Valtenesi e patron dell’azienda Costaripa di Moniga del Garda, BS) e Giacomo Pinna (Group ICV, France). Alle loro esperienze nella sperimentazione e nella produzione si affiancherà quella di Fabrizio Battista (Lallemand Italia), che racconterà come un’azienda di consolidata expertise nel settore enologico abbia saputo sviluppare soluzioni agronomiche ad hoc per supportare la sintesi e la preservazione dei profumi nelle uve in maturazione. Infine Luigi Moio, professore ordinario di Enologia presso l’Università degli Studi di Napoli, produttore di vino e vice-Presidente dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (OIV), dopo aver illustrato le principali vie che portano alla genesi dei profumi durante la vinificazione dei vini rosati, analizzerà i fattori tecnologici che influenzano gli equilibri olfattivi la loro evoluzione nel tempo.

“Il coordinamento tra la gestione del vigneto e le azioni in cantina – afferma Costanza Fregoni, Associazione Donne della Vite, che modererà il webinar – ancor di più oggi nel contesto del cambiamento climatico, è di vitale importanza per la produzione di rosati equilibrati, armonici, longevi e stabili sotto il profilo cromatico e olfattivo, forse ancor più di quanto lo sia per altre tipologie enologiche. E i produttori necessitano di nuove chiavi di interpretazione e valorizzazione dei propri terroir, basate anche sull’uso razionale di tecniche e tecnologie innovative”.

La partecipazione è gratuita, previa registrazione al seguente link:

https://register.gotowebinar.com/register/4834769645075923471?source=D

Per informazioni: [email protected]

 

Associazione Donne della Vite
CHE COS’È – È un’associazione nazionale senza fini di lucro aperta a tutte le persone fisiche, donne e uomini, legate professionalmente al mondo vitivinicolo. FINALITÀ E SCOPI – Diffondere e valorizzare la cultura viticola ed enologica, favorendo occasioni di incontro e formazione tra le varie figure professionali che operano nel settore. Agevolare la comunicazione tra il mondo della ricerca e i fruitori dei risultati della ricerca stessa, lungo la filiera viticola. Promuovere, valorizzare e tutelare la professionalità femminile del settore vitivinicolo in un’ottica di pari opportunità. Evidenziare, sostenere e diffondere gli aspetti di etica, estetica e bellezza legati al mondo della vite. Dare particolare rilievo ai principi di sostenibilità e tutela del territorio viticolo.

 

I rosati nell’era del climate change: le sfide per preservare aromi e tipicità

20 Aprile 2021 – h. 15,55

 

Programma

 

15,55 Saluti e apertura dei lavori

Valeria Fasoli – Presidente Associazione Donne della Vite

Paola Vagnoli – Area Manager Lallemand Italia

 

Introduzione e moderazione

Costanza Fregoni – Associazione Donne della Vite

 

Coltivare la qualità: gestione del vigneto per uve destinate alla vinificazione in rosato in ambiente caldo-arido

Luigi Tarricone – Crea VE di Turi (BA)

 

La viticoltura per i rosati del Garda: valore e vocazione della Valtenesi

Mattia Vezzola – Enologo e patron Azienda Costaripa

 

Costruire la qualità del rosato in vigneto: l’esempio francese

Giacomo Pinna – Group ICV (France)

 

Migliorare l’assetto aromatico delle uve con specifici lieviti inattivati in vigneto

Fabrizio Battista – Lallemand Italia

 

Il profumo del vino rosato: biogenesi, equilibri ed evoluzione

Luigi Moio – Ordinario di Enologia Università di Napoli Federico II, Vice Presidente OIV

 

Domande e risposte18,45 Chiusura lavori

 

 

Fonte: Donne della Vite

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